mercoledì 13 marzo 2013

Viaggio tra Verbano orientale e Varesotto # 3

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Continuiamo con il nostro viaggio virtuale sulle sponde del Verbano orientale e attraverso il Varesotto.
Siamo a Germignaga…..






A sud, Germignaga ha una chiesa che conserva poco dell'originaria costruzione romanica, salvo la parte bassa del campanile.


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L'incanto del paese è la via maestra armonicamente intervallata da piazzette e slarghi, e fronteggiata da case di tratti cordialmente civili. E' il giusto, modulato asse di un paese, su « scala » esatta rispetto agli abitanti,  con le  sue  funzioni  ben   distribuite.    Germignaga è un paese che « ha il cuore in piazza ».

Si conservano documenti antichi come l'atto rogato « in foro de Zermaniago » per l'investitura di un feudo che reca la firma del giudice Fosco (1147).



germignaga

Alcuni storici considerano Germignaga matrice della «Val Terraglia» (Travaglia). Germignaga fu sanguinoso teatro dì battaglia tra il Muralto di Locarno, al servizio di Ottone Visconti, e i Torrianì che subirono una mortificante sconfitta.

A Bedero da visitare vi è la collegiata di San Vittore, strutturalmente basilicale, che è forse la più ragguardevole chiesa dell'alto Varesotto.
Peccato che si sia proceduto a rifacimenti e zeppe indiscriminati; nell'abside alcuni affreschi attendono ancora un'adeguata esplorazione. Il prestigio della chiesa è comprovato dalla notizia che, ancor prima di Domodossola, Bedero era capoluogo di pieve.
Un religioso di Bedero, il francescano Gaspare Daverio, mandato in missione in Boemia, vi fu trucidato (1611).

Si prosegue per Porto Valtravaglia, patria di G. G. Vagliano, autore di un libro apprezzatissimo ai suoi tempi, « Le rive del Verbano » - 1710: e per Castelveccana, costituito da numerose frazioni fra le quali Caldè, Nasca, Pessina, Rinchino, Larigo e San Pietro.


caldè

Sulla Rocca di Caldè, di calcare vivo, sorgeva dall'863 un castello edificato dai marchesi eporediesi Alberto e Guidone. 
Il maniero venne distrutto dagli svizzeri nel 1518, ma la rocca di per sé ha linee e configurazione di fortezza naturale; inoltre ci sono numerose cave di calce e fornaci in attività lungo i suoi fianchi, sempre avvolti da bianche fumate. Di notte, dal culmine, un faro votivo manda sciabolate di luce verso il lago. 

Dalla Rocca partono in direzione di Laveno dorsali montagnose fino al Sasso di Ferro, dominante sul Verbano.

Laveno si trova all'imbocco della Val Cuvia e sulla foce del Boesio.


Laveno lungolago

Il porto è capace e munito: Bazzetta di Vemenia scrive che intorno al 1840 Laveno era « la Spezia del Maggiore » con barconi armati, cannoniere, piroscafi; genieri austriaci avevano costruito intorno opere di presidio.

Dopo il passaggio della riviera orientale all'Italia, il senatore Francesco Pullé fece costruire una villa su un fortino, il che è un modo geniale dì cancellare un'epoca, sovrapporsi.
Un piccolo museo ben ordinato ricorda gli scontri fra garibaldini e austriaci nella pineta di Colle San Michele.

Laveno, servito da linee ferroviarie, è capolinea del traghetto sul lago.
Il De Vit parlando delle fortificazioni racconta che la vecchia parrocchiale era diventata per disposizione “dell'imperial governo “ una polveriera. 

Proprio in quel punto si ritiene ci fosse l'antico « Labienum », così chiamato da Tito Labieno (ma è molto dubbio che si trattasse del luogotenente di Cesare), oppure da un altro Labieno, storico romano messo all'indice da un senatus-consulto, e poi riabilitato per l'intervento di quello scentrato che fu Caligola.

Da Laveno fino a Sesto esiste un comprensorio archeologico che ha fruttato inopinati rinvenimenti. All'inizio dell'800 venne alla luce un busto di marmo nelle cave di Creolo, e fu battezzato con disinvoltura « ritratto di Labieno ». Il benemerito sindaco del luogo volle estrarlo personalmente dalla fossa, come a dargli il benvenuto della municipalità.

Nel territorio, specialmente a Mombello, ci sono delle profonde torbiere.

Nacque a Laveno G. B. Monteggia, un medico che alla fine del '700 diventò famoso per aver guarito da una malattia disperata il duca Francesco Melzi d'Eril. E' l'autore delle « Istituzioni di chirurgia ».

Il vicino paese di Cittiglio,
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nell'entroterra, ha una prerogativa del tutto moderna, perché interessa le discipline dello sport, ovviamente ignorate dai seri e ponderati annalisti dei secoli scorsi.


cascate di cittiglio

cittiglio antica

E' cittigliese il tre volte campione del mondo di ciclismo, Alfredo Binda, a Cittiglio vi è anche il Museo Alfredo Binda.


a binda

alfredo binda

C'era nei vecchi tempi un gran bosco di cerri sulla costa dove ora si trova Cerro, noto per essere stato luogo di appostamenti dì un corsaro e predone, Polidoro; lo sperone avanzato sul lago si chiama appunto la « Polidora ». Favolieri e cantastorie (che non bisogna trascurare nelle cronache brigantesche) hanno dato più di una versione di questo pirata, realmente vissuto nel sec. XV.

C'è chi ne ha fatto un uomo che trattava le vittime come cavie, che ricorreva ad atroci inganni e non condonava averi né vita; ricorreva pure ad inganni; doveva forse essere mezzo licantropo, coi vestiti laceri recitava la parte del lazzaro dalla riva, chiedeva d'essere raccolto a bordo delle barche di passaggio. 

Se ì legni si avvicinavano alla sponda, alcuni complici di Polidoro saltavano fuori dai nascondigli, assalivano con il loro capo i barcaiuoli. Tra un viaggio sul lago e uno all'inferno Polidoro si era arricchito.

Termina qui la terza parte, se vi fa piacere vi aspetto al prossimo post.

# Viaggio tra Verbano orientale e Varesotto # 3
Al prossimo post : VIAGGIO NEL VERBANO ORIENTALE e VARESOTTO  # 4



Tutti i post a puntate de “ Viaggio nel Verbano orientale e Varesotto”:

VIAGGIO TRA VERBANO ORIENTALE e VARESOTTO  # 1
VIAGGIO TRA VERBANO ORIENTALE e VARESOTTO  # 3


Scuola a VAM-AS

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